Monday, April 09, 2007

 

Nevado del Chañi, 2-9 aprile 2007 - ITALIANO

San Salvador de Jujuy, 3 aprile 2007
San Salvador de Jujuy, e' una citta' di circa duecentomila abitanti situata nel Nord-Ovest argentino a circa trecento chilometri dalla frontiera con la Bolivia. La citta' e' situata giusto al di sopra del Tropico del Capricorno ma a causa della natura del territorio il clima non e' tropicale. La maggior parte del dipartimento di competenza di Jujuy e' infatti un altipiano con altitudine normalmente superiore a 2500 metri. Il clima e' secco, semidesertico ed i pochi corsi d'acqua presenti hanno origine da montagne che superano i cinquemila metri. Il Nevado de Chañi, il prossimo obiettivo, sfiora i seimila metri essendo alto 5950 metri.
Sono qui con alcuni amici di Buenos Aires, appassionati di montagna che ho conosciuto durante il mio viaggio in America del Sud.
Il Nevado de Chañi e' una facile montagna e si trattera' in realta' di un trekking d'altitudine piu' che di una scalata ma sono sicuro che la bellezza dei luoghi giustifichera' il tempo passato qui. Inoltre - e' questo e' il motivo principale - sono sicuro che sara' una piacevole settimana passata in compagnia di amici. Per rendere le cose piu' piacevoli abbiano predisposto una logistica che ci portera' fino ad oltre cinquemila metri. In pratica non porteremo una sola volta il nostro materiale e tenteremo la vetta direttamente dall'ultimo accampamento, che sara' approvvigionato con animali da carico.
I partecipanti di questa piacevole settimana: Julio, Ricardo, Miriam, Mariana, Marina, Gabriela ed il sottoscritto. Si', per la prima volta nella mia vita le donne in montagna sono in maggioranza.

Sulla via del Nevado de Cachi (2700m), 4 aprile 2007
La prima giornata e' passata tranquillamente. Abbiamo percorso circa dieci ore, molte delle quale attraversando piu' volte il corso del Rio Leon. I muli sono appena arrivati e ci stiamo apprestando a preparare la cena. Domani lasceremo l'accampamento attuale per renderci alla "Despensa", una localita' situata a 3800m dove i proprietari dei muli praticano l'allevamento del bestiame (pecore, capre) ed un po' di agricoltura.
Cominciano dei piccoli screzi nel gruppo ma devo dire che la causa e' unica. Gabriela e' la prima volta che scala una montagna al di fuori di un viaggio organizzato e sembra avere difficolta' a capire che e' necessario l'aiuto di tutti per il bene comune. Ho ceracato di farle capire che qui non vi sono ne' guide ne' cuochi e che lei deve essere responsabile per se stessa.

"La Despensa" (3800m), 5 aprile 2007
Eccoci alla "Despensa", un luogo molto piu' confortevole di quanto pensassi. Letti con materassi, acqua calda disponibile in quantita', la possibilita' di cucinare al coperto. Insomma niente a che vedere con una tenda. Questo viaggio mi piace, credo di non aver mai scalato una montagna non tanti comforts.
Il sentiero per renderci qui e' stato spettacolare, quasi "etereo". Abbiamo superato una fitta coltre di nubi che riempiva la valle e ci siamo trovati a quasi quattromila metri come su delle isole galleggianti nel cielo.

Al di la' delle nuvole

Resteremo qui per due giorni per abituarci all'altitudine e dopo ci renderemo a circa cinquemila metri dove allestiremo il campo alto da dove tenteremo la vetta del Nevado de Chañi il giorno dopo.

La Luna accompagna l'arrivo del giorno

Campo alto (5000m), 7 aprile 2007
Cinquemila metri d'altitudine e cominciano i dolori. Gabriela non ha retto il cambio d'altitudine ed anche Ricardo mostra alcune difficolta'. La prima sicuramente domani non sara' in condizione per lasciare l'accampamento, il secondo forse ma non ci scommetterei una gran somma. Gabriela ha passato le ultime due ore a vomitare ed un po' mi dispiace ma devo dire che non riesco a provare gran compassione per le persone che si spingono al di la' dei propri limiti contando sull'aiuto degli altri.
Le altre tre ragazze - Miriam, Mariana e Marina - e Julio invece si sono ben adattati al cambio di altitudine. Fra poco mangeremo qualcosa e poi ci metteremo al caldo. Domani la partenza e' prevista alle due della notte.

Lagune

"La Despensa" (3800m), 8 aprile 2007
Anche questa e' andata. Quella del Nevado de Chañi e' la diciasettesima vetta del mio viaggio in America del Sud. E' stata un'ascensione facile ma piacevole, a parte il freddo provato verso le quattro del mattino quando per qualche motivo la temperatura e' bruscamente scesa a meno di dieci gradi sottozero. Fortunatamente due ore dopo il sorgere del Sole ha reso la temperatura assai piu' mite.

Nevado del Chañi, alba

Sono arrivato in vetta in meno di cinque ore e sulla via del ritorno ho trovato Julio, Miriam, Mariana e Marina che si erano fermati a circa 5600m stanchi e demoralizzati. Gli ho fatto forza, detto che se avessero rinunciato lo avrebbero rimpianto per tutta la vita. La cosa deve aver funzionato perche' alle mie parole si sono rimessi in marcia ed anche se con notevole ritardo sono arrivati in vetta e nel tardo pomeriggio raggiunto il campo base. Purtroppo ancora una volta sono arrivato in vetta separato dal resto del gruppo, anche se in cima ho trovato un gruppo di alpinisti di Jujuy che avevano la scalata da un altro accampamento.
Come prevedibile Gabriela non si e' mossa dall'accampamento; Ricardo ha provato la scalata, ma dopo due ore e' tornato indietro, stordito dall'altitudine e dalla stanchezza.
Domani si ritorna a Buenos Aires con la soddisfazione di aver scalato un'altra montagna, seppur facile, e con la gioia di aver passato una settimana in compagnia di persone simpatiche e generose.

Nevado del Chañi, vetta

 

Cordon del Mercedario, 5-17 marzo 2007 - ITALIANO

San Juan, 5 marzo 2007
Barreal, un villaggio situato a circa 250 km da San Juan e' la prima tappa di questa nuova avventura. In compagnia di Dave, un forte alpinista californiano conosciuto durante il tempo passato in Patagonia, tenteremo di percorrere la cresta che connette quattro montagne di seimila metri: Alma Negra, La Mesa, Cerro Los Polacos e Cerro Mercedario. Il Cerro Mercedario con i suoi quasi seimila ed ottocento metri e' la quarta vetta argentina. In caso di successo si tratterebbe della'apertura di una nuova via.
A Barreal noleggeremo un veicolo 4x4 con il quale percorrere gli ottanta chilometri che separano il villaggio dall'hacienda (fattoria di estese dimensioni) "Las Hornillas". A Las Hornillas caricheremo degli animali da carico con tutto il nostro materiale, incluso cibo e combustibile per quindici giorni. Due giorni piu' tardi se tutto andra' secondo i programmi saremo in "Pirca de Los Polacos", luogo prescelto per l'allestimento del nostro campo base e che negli anni trenta e quaranta ospito' a piu' riprese degli alpinisti polacchi che furono i primi a percorrere la parte sud del Cerro Mercedario.
Non ho dubbi che riusciremo a percorrere la cresta almeno fino a Cerro Los Polacos, il successo completo dipendera' dalla nostra tenacia, bravura e da una necessaria dose di fortuna.

Barreal, 6 marzo 2007
Abbiamo appena terminato di negociare il prezzo per il trasporto in 4x4 fino a "Las Hornillas" e da li' il trasporto con degli animali da carico fino al luogo prescelto per il nostro campo base. Lasceremo Barreal domani mattina alle sette. La trattativa e' stata lunga e la tariffa abbastanza salata. Purtroppo in Argentina, a differenza degli altri paesi andini (Peru, Bolivia, Ecuador) l'uso degli animali da carico non e' cosi' esteso e questo si traduce in costi elevati.
Campo base - Pirca de los Polacos (3640m), 8 marzo 2007
Gli ultimi due giorni non sono stati affatto di riposo. La notte del 6 marzo l'abbiamo passata accampando a 2950m, ieri abbiamo raggiunto "Pirca de los Polacos" ed allestito il campo base . Un'ora dopo che gli animali da carico erano partiti abbiamo portato un primo carico di materiale e di vivande a 3850m. Stamattina abbiamo trasportato i due terzi del materiale da montagna, delle vivande e del combustibile a 4450m. Domani lasceremo il campo base e probabilmente porteremo tutto a 4450m dove passeremo una o due notti. Se reagiremo bene all'altitudine dovremmo essere in vetta all'Alma Negra in tre giorni a partire da domani.

Campo 2 (4670m), 10 marzo 2007
Ieri ho avuto una piccola ma importante discussione con Dave. Forse si poteva evitare ma e' stato meglio cosi'. E' servita a chiarire una serie di incomprensioni reciproche dovute essenzialmente alla diversa maniera di intendere la montagna che abbiamo entrambi.
Siamo a quasi 4700m ed a parte un piccolo malessere di Dave non abbiamo finora avuto problemi con l'altitudine. Non so perche' ma in questa regione delle Ande il mal d'altitudine si produca piu' facilmente che in altri luoghi come in Bolivia o in Ecuador. Incomincia a fare freddo a questa altitudine, nonostante il luogo sia semi-desertico e la linea dei ghiacci permanenti sia a 5000m.
Domani dovremmo raggiungere il colle che precede l'Alma Negra e devo dire che sono abbastanza confuso. Sulle nostre carte il colle e' segnato a circa 5700m, ma da qui non sembra raggiungere i 5300m. Due possibilita': il colle che si vede da qui non e' quello che precede l'Alma Negra o le nostre carte sono errate. L'ultima eventualita' non e' da escludere - non sarebbe la prima volta che trovo vistosi errori sulle carte argentine, pero un errore di quattrocento metri mi sembra eccessivo.

Campo 3 (5150m), 11 marzo 2007
Abbiamo raggiunto il colle che precede l'Alma Negra ed allestito il campo 3. Il colle non raggiunge i 5200m e questo e' preoccupante. O ci siamo persi o le nostre carte sono vistosamente incorrette. La giornata di oggi e' stata assolutamente massacrante, abbiamo passato ore a marciare in pietrisco misto a ghiaccio con pendenze di circa quaranta gradi.

Campo 4 (5550m), 14 marzo 2007
Tutto sta andando come previsto: non ci eravamo persi! Il colle dove avevamo allestito il campo 3 era effettivamente quello marcato sulle carte a piu' di 5700. Questo da' una idea di come la topografia del paese sia sconosciuta alle stesse autorita' incaricate di gestire i confini con i paesi limitrofi (le nostre carte sono state fornite dall'Istituto Geografico Militare Argentino). Siamo ad un tiro di schioppo dal Cile ed e' incredibile la cartografia delle zone di frontiera sia cosi' scadente. Sopratutto quando si pensa all'attrito che Cile ed Argentina hanno da sempre manifestato sulle questioni di demarcazione frontaliera.
Mi viene quasi da pensare che tutto cio' non sia casuale.
Ad ogni modo oggi abbiamo scalato l'Alma Negra (6114m) e fatto ritorno in serata al campo 4. La notte e' stata freddissima con forte vento e raffiche ad oltre 100 km/h. Stamattina abbiamo dovuto spalare circa mezzo metro di neve dalla neve. Qualche parola sulla tenda; e' robusta e leggera ma e' estremamente piccola. Sono quasi dieci giorni che passiamo in questa specie di piccola trappola e mi viene da pensare che l'unica situazione nella quale si potrebbe realizzare maggiore "intimita" e' in una capsula spaziale.
Il tempo adesso e' discreto ed e' rispuntato il Sole pero' siamo troppo stanchi dopo la scalata di ieri e sopratutto la notte e' stata dura ed abbiamo dormito poco. Domani se il tempo lo permettera' scaleremo La Mesa e proseguendo lungo la cresta ci dirigeremo verso Cerro Los Polacos con l'obiettivo di scalarlo nelle quarantotto ore succesive.
Campo 4

Campo 4 (5550m), 15 marzo 2007
Arrivare in vetta alla Mesa (6160m) e' stato duro, molto duro. Vento e neve hanno reso quello che doveva essere una facile arrampicata un lavoraccio. Ed a piu' di seimila metri gestire quindici gradi sottozero e vento forte e' una esperienza poco piacevole. Dave si e' fermato a quota 5900m per un malessere probabilmente dovuto all'altitudine. A questo punto avevo da scegliere se fare ritorno con lui o se tentare la vetta da solo. Ho optato per quest'ultima. In realta' non ho certezza di aver raggiunto la vetta. Si tratta di montagne raramente scalate e non vi e' alcun oggetto che marca il punto piu' alto. La cartografia ufficiale mostra la vetta a 6200m, ma considerando i vistosi errori di questa mappa non mi meraviglierebbe un errore di circa quaranta metri. Per "garantirmi" la certezza di aver raggiunto il punto piu' alto, ho raggiunto la cresta sommitale, percorso i tre chilometri che la costituiscono e mi sono fermato al punto piu' alto. Tornato al campo 4, abbiamo discusso per una mezz'ora e d'accordo con Dave abbiamo deciso di abbandonare l'impresa iniziale. Le condizioni meteorologiche e la nostra condizione fisica non sono adeguate per percorrere l'intera cresta. O forse in verita' il nostro obiettivo era troppo arduo per una spedizione con logistica leggera di tipo alpino. D'altra parte pero' non ci andava di conquistare l'intera cresta con una logistica pesante.
Domani cominceremo la faticosa discesa verso Barreal, dove contiamo di arrivare in due giorni. Sogniamo di sederci in un ristorante e di mangiare carne fino a sazieta'.
Torno da questa avventura con altre due vette di oltre seimila metri, ed in particolare scalare La Mesa e' stato piacevole, a parte il tempo brutto naturalmente. Percorrere la sua cresta innevata ad oltre seimila metri in bilico tra due ghiacciai e' stato emozionante e non troppo difficile.

Percorrendo la cresta nevosa che conduce a casa...

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