Tuesday, October 17, 2006

 

Riobamba, 17 ottobre 2006 - ITALIANO

Eccomi a Riobamba, dove comincia il Sud dell'Ecuador.
Sono ad una trentina di chilometri dal Chimborazo, la montagna dalla quale circa dieci giorni fa ho dovuto mestamente allontanarmi dopo essere arrivato a 300 metri dalla vetta.
Nel frattempo ho scalato una montagna facile, l'Illiniza Sud. Facile si', ma di soddisfazione non fosse altro che per lo stupendo paesaggio che mi sono potuto offrire dalla sua vetta (vi invito a dare uno sguardo su www.flickr.com/photos/silviosparano73/sets perche' sono foto che meritano davvero). Credo che si sia trattato della mattina con il cielo piu' calmo e sereno da quando sono arrivato in Ecuador.
Dopodiche' ho pensato che valesse la pena di essere generosi con se stessi e mi sono offerto cinque giorni di pausa sulla costa. Sole, bruciature sulle spalle (il Sole all'equatore ti cuoce a puntino appena dimentichi di coprire qualche centimetro quadrato di pelle con la protezione solare) e grandi scorpacciate di pesce, pesce ed ancora pesce.
L'altroieri sono tornato a Quito e da li' mi sono mosso verso Riobamba dove sto preparando un nuovo tentativo di scalata al Chimborazo. E per dirla tutta, a parte la motivazione personale che questa volta e' piu' intensa, questa volta le cose sono senza dubbio piu' difficili della prima volta. Da allora non e' nevicato, dunque il ghiaccio - quello che resta - e' ancora piu' duro ed il pericolo di frane e' ancora piu' elevato. Da qui il Chimborazo si vede come se si potesse toccare ed a detta degli abitanti del posto a memoria d'uomo non si ricorda un ghiacciaio di dimensioni cosi' ridotte. Sono mesi che in Ecuador non piove ed ogni giorni il Sole equatoriale e' una vera coltellata per il manto nevoso che copre il Chimborazo. Dovunque vado sempre lo stesso scenario, temperature in aumento, precipitazioni sempre piu' ridotte, ghiacciai che scompaiono. Mi chiedo davvero cosa restera' di questo pianeta in meno di cinquant'anni.
Va bene, torniamo a questa scalata. Le condizioni "esterne" non sono migliorate e la condizione fisica neanche. Dopo aver passato cinque giorni al livello del mare ho perso una buona parte del mio acclimatamento all'altitudine e sicuramente soffriro' molto quando mi trovero' a piu' di 5500 metri (l'altitudine del Chimborazo e' di 6310m). Pero' sono ben piu' motivato della prima volta e questo potrebbe giocare in mio favore. Per il resto speriamo che la buona sorte sia con me.

Comments:
Silvio, questo tuo 'viaggio' (ma non e' troppo riduttivo chiamarlo cosi' ?), e' qualcosa che incide profondo nella mia banale quotidianita'. Mi accorgo di esserti vicino adesso ancora piu' di quello che pensavo; aspetto con ansia di sapere com'e' andata sul Chimborazo.
Immagino (o forse no, ma tento di farlo) come possa essere duro essere li' da solo; in questo mondo dove piazzano degli showmen falliti su un'isola 'perduta', dove l'Everest e' scalato da ciechi, storpi e conigliette di Playboy, l'unica 'vera' avventura degli ultimi anni mi pareva finora quella di Steve House e Vince Andersons che hanno scalato la parete Rupal del Nanga Parbat; addesso aggiungo quella tua.
 
Ragazzi, grazie per starmi vicino.
Non potete sapere quanto mi aiuta leggere e sapere che pensate a me.
Credo che comprendero' la portata del cambiamento che questo viaggio avra' su di me solo quando tornero' a casa.
Grazie di cuore !
 
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