Tuesday, February 20, 2007

 

Tre settimane in Patagonia meridionale - ITALIANO

El Chalten, 30 gennaio 2007
Dopo le difficili tre settimane passate al Cerro San Lorenzo ho deciso di fermarmi tre settimane a El Chalten, il luogo che piu' di ogni altro rappresenta l'alpinismo di punta in Argentina.
El Chalten e' un piccolo villaggio di meno di mille abitanti che e' stato fondato venti anni fa per volere del governo argentino con il chiaro scopo di rendere vane le possibili rivendicazioni territoriali cilene.
Adesso a venti anni di distanza quello che era un avamposto dell'esercito e' diventato un centro turistico in fortissima espansione. Personalmente direi in espansione fin troppo forte e sicuramente incontrollata. Costruzioni - che fortunatamente non superano i due piani - sorgono un po' dovunque ed ormai il flusso di alpinisti rappresenta una piccola porzione della massa di persone che con le loro guide Lonely Planet raggiungono questo luogo con lo scopo di poter fotografrare le piu' belle cime di granito della patagonia argentina: Cerro Torre, Fitz-Roy, Poincenot e tante altre.
Il luogo si trova in Patagonia meridionale al margine del Hielo Patagonico Sur, la terza massa glaciale del pianeta per estensione dopo l'Antartide e la Groenlandia. Questo enorme ghiacciaio si estende per oltre 450 chilometri ed alle sue estremita' si diramano enormi lingue glaciali come il ben noto Perito Moreno. Mi fermero' qui per tre settimane con l'obiettivo di scalare tre o quattro cime, le piu' abbordabili fra l'enormita' di guglie e di aguzze vette che caratterizzano questo luogo. Il clima, inutile dirlo, e' spiccatamente rigido con precipitazioni frequenti.
Il problema principale che ho attualmente e' che ancora non sono riuscito a sostituire il materiale perso nella valanga al San Lorenzo. Aspetto una spedizione dall'Italia ed una da Buenos Aires in questo senso. Per il momento mi dovro' accontentare di noleggiare del materiale di dubbia qualita'. Un motivo in piu' per fare attenzione, anche perche' durante le prossime settimane saro' probabilmente solo nei mie tentativi di conquista di queste deserte vette patagoniche.
Domani mi muovero' verso il campo "De Agostini" con l'obiettivo si scalare il Cerro Solo, una delle poche montagne di qui che posso riuscire a scalare in solitaria.

Campo "De Agostini" (El Chalten), 2 febbraio 2007
I primi due giorni a El Chalten non hanno certo rispettato le aspettative. Alla frustrazione di non poter sistemare il materiale danneggiato e comprare quello mancante si aggiunge quella dovuta al tempo cattivo che da due giorni mi impedisce di tentare la scalata del Cerro Solo. Sono al campo De Agostini, un luogo frequentato dai piu' forti alpinisti del mondo perche' e' il campo base per la scalata del mitico Cerro Torre, una delle montagne piu' difficili al mondo tanto che e' stata conquistata la prima volta solo nel 1974. Il materiale che deve arrivare dall'Italia e da Buenos Aires tarda ad arrivare e mi comincia a venire il dubbio che si sia "perso" durante il tragitto. Domani provero' a scalare di nuovo questa cazzo di montagna. Mi annoia molto aspettare che le cose si mettano per il verso giusto ma d'altro canto non sono il solo in questa situazione. Attorno a me ci sono spedizioni di alpinisti forti e famosi - c'e' anche Alexander Huber, secondo me attualmente il piu' forte alpinista del mondo - che sono nella stessa condizione.
Una cosa e' certa. Essere qui con l'obiettivo di scalare il facile Cerro Solo e' quasi ridicolo quando comparato con cio' che stanno intentando le numerose spedizioni internazionali che sono accampate a pochi metri da me. D'altronde non posso meravigliarmi piu' di tanto; qui ci sono fra le montagne piu' difficili del mondo e solo in gennaio ed in febbraio ci sono le condizioni metereologiche per scalare. Nessuna sorpresa che i piu' forti alpinisti del mondo siano tutti qui.
Tra alcuni dei piu' grandi alpinisti del momento

Campo "De Agostini" (El Chalten), 3 febbraio 2007
Che modo stupido di perdere il tempo! Continua a piovere e nevicare ed io sono qui ad aspettare. Finora la Patagonia e' stata un vero disastro. Vorrei non essere mai venuto qui ed aver piuttosto puntato fin dal principio a montagne situate in luoghi dal clima piu' mite, come intorno a Mendoza o a Bariloche. D'altra parte non posso andare via perche' aspetto le spedizioni dall'Italia e da Buenos Aires. L'ideale sarebbe riuscire a scalare il Cerro Solo, ricevere questo maledetto materiale ed andare il piu' lontano possibile da qui.

El Chalten, 5 febbraio 2007
Finalmente! Ieri, dopo oltre quaranta giorni ho riprovato l'ebrezza di essere in vetta. Alla fine il tempo buono e' arrivato seppur per sole diciotto ore. Ma tanto mi e' bastato per lasciare il campo "De Agostini" ed arrivare in vetta al Cerro Solo. Pero' che fatica, e sopratutto che spavento! La scalata non e' stata per niente facile. Ho incontrato ghiaccio a circa 55 gradi e con una sola picozza e' stato difficile dominarlo. Senza parlare delle difficolta' in discesa: piu' volte ho dovuto passare dei punti di III e IV grado e tutto in libero perche' sottovalutando la difficolta' dell'ascesa avevo deciso di non portare la corda. Sicuramente di tratta di situazioni da non ripetere anche se e' proprio in questi momenti - a condizione di uscirni vivi ed interi - che si sviluppa la maggiore abilita' e corretta attitudine al pericolo.
Dopo la breve finestra di buon tempo che mi ha permesso di arrivare in vetta ieri, le condizioni metereologiche sono di nuovo disastrose. Il problema principale e' costituito dalla tenda; quella che ho comprato qui per gestire l'attuale emergenza e' davvero inutile, specialmente quando piove. Ad ogni modo credo che fra un paio di giorni mi dirigero' verso il campo di "Piedra del Fraile" con l'obiettivo di scalare il Cerro Electrico, una montagna di roccia sedimentaria dalla quale se il tempo e' buono e' possibile ammirare gran parte delle grandiose vette che circondano El Chalten. Si tratta di una montagna scalata raramente e non vi sono molte informazioni a riguardo. Ad occhio e croce si tratta di roccia di media qualita' e difficolta' intorno al IV grado.
Questa volta ci andro' con la corda anche se scalando in solitaria il suo uso e di limitata utilita'.

Campo "Piedra del Fraile", 7 febbraio 2007
Il tempo sembra migliorare. Forse domani sara' una bella giornata. Almeno bella abbastanza per arrivare in vetta al Cerro Electrico senza troppa fatica. Poi si vedra' se continuero' scalando altro nella zona o se tornero' a valle.
Sono nell'accampamento di "Piedra del Fraile" ed ho incontrato i "Ragni di Lecco". Questo nome forse suonera' sconosciuto ai piu'. Giusto per dare una idea, diciamo che si tratta probabilmente del piu' forte gruppo di alpinisti ed arrampicatori su roccia d'Italia e quindi del mondo. Incredibilmente mi riesce di parlare con loro; alcuni se la tirano un po' ma in linea di massima sembrano piu' accessibili di quanto credessi. Negli ultimi giorni credo di aver incontrato - anche solo per qualche istante - il meglio dell'alpinismo europeo. L'estrema difficolta' delle montagne in questi luoghi si riflette naturalmente nell'elevato livello di chi le scala. In un certo senso questo e' un po' frustrante perche' mi rendo conto in maniera ancora piu' evidente di quanto sia una mezza scamorza. Ma d'altra parte ho cominciato questa attivita' solo qualche anno fa.
Dopo il Cerro Electrico una cosa che mi piacerebbe davvero fare e' attraversare una parte del Hielo Patagonico Sur, una enorme ghiacciaio lungo 450 km, e magari scalare il Gorra Blanca, una vette di quasi tremila metri che svetta su questa massa enorme di ghiaccio. Teoricamente e' una cosa che si puo' fare in solitaria ma con rischi troppo grandi.
Cerro Electrico, cinquanta metri alla vetta

El Chalten, 12 febbraio 2007
Per una ragione che non riesco a trovare questo luogo mi trattiene. E non voglio dire che mi piace e non so il perche' ma piuttosto che nonostante non mi piaccia le cose si mettono sempre in modo che resti. Dopo aver scalato il Cerro Electrico ed essere tornato a valle ho controllato la mia casella di posta elettronica ed ho trovato un messaggio di due tedeschi che avevo conosciuto il mese scorso e che sarebbero interessati a scalare il Gorra Blanca e ad attraversare una parte del Hielo Patagonico Sur. In realta' attraversare il Hielo Patagonico Sur mi interessa parzialmente, ma mi interessa molto di arrivare in vetta al Gorra Blanca. Ho dunque accettato, si parte domani pomeriggio.

Hielo Patagonico Sur (Refugio Garcia Soto), 14 febbraio 2007
Il tempo non e' stato dalla nostra parte negli ultimi giorni. Dopo dodici ore di trekking siamo arrivati al margine del Hielo Patagonico Sur e trovato riparo nel Refugio Garcia Soto, un rudimentale riparo in lamiera che e' dovrebbe essere usato per fini scientifici ma che sembra essere piu' o meno abbandonato. Ad ogni buon conto gli alpinisti lo usano e frequentemente, tant'e' che vi abbiamo incontrato una coppia di francesi.
Se domani il tempo sara' dalla nostra parte proveremo a scalare il Gorra Blanca. Con i due tedeschi, Burghard e Michael, le cose vanno bene a parte il fatto che si tratta di due pignoli di prim'ordine e che hanno il braccino davvero corto, molto corto. Io capisco che ci siano persone che che sono costrette a viaggiare con un budget limitato ma delle volte mi sembra che la cosa sfiori il fanatismo. Ad ogni modo si tratta di due persone disciplinate e questo in montagna conta piu' di ogni altra cosa.

Hielo Patagonico Sur (Refugio Garcia Soto), 16 febbraio 2007
Giornata incredibile quella di ieri. Tempo mediocre alla partenza, disastroso verso la fine della mattinata con neve e vento forte, ma grandioso nel pomeriggio. Qualche istante dopo essere arrivati in vetta il Sole e' apparso ed il Hielo Patagonico si e' mostrato in tutta la sua straordinaria bellezza fatta di cime innevate e di sconfinata distesa di ghiaccio. La scalata di per se' non e' stata difficile a parte qualche difficolta' di orientamento dovuta alla nebbia che riduceva la visibilita' a meno di dieci metri. Fra un paio d'ore lasciano questu rifugio ed in un due giorni attraverseremo circa quaranta chilometri di ghiacciaio prima di raggiungere il "Paso del Viento" e da li' in circa dieci ore di trekking di nuovo il villaggio di El Chalten.
Stanotte passeremo la notte accampati sul ghiacciaio, speriamo davvero che il tempo sia buono.
Senza parole...

In autobus lasciano El Chalten, 19 febbraio 2007
Il mio tempo a El Chalten e' terminato. Il bilancio e' positivo, mi aspettavo di piu' ma il tempo rigido e le difficolta' iniziali a trovare dei compagni con cui scalare hanno reso le cose ardue.
Me ne vado dalla Patagonia meridionale con tre vette (Cerro Solo, Cerro Electrico e Gorra Blanca), con l'esperienza di aver passato cinque giorni sul Hielo Patagonico Sur e avendo conosciuto tanti alpinisti. Puo' darsi con qualcuno di loro condividero' nuove avventure.

Comments:
Ciao Floriana,
avrei dovuto essere al campo base di una nuova montagna ma un noioso torcicollo mi ha tenuto a valle.
Grazie per i tuoi incoraggiamenti.
E' incredibile ma non sono ancora stanco di fare montagna. Credo che quel giorno non sia lontano, ma ancora non ci siamo.
 
Mi sono incantato a vedere le tue foto su flickr; belli gli incontri con Alex Huber e i ragni di Lecco ! Guarda che secondo me l'ultima cosa che devi fare e' metterti a confronto con gente simile; non fosse altro perche' non so quanti dei ragni sarebbero partiti per una spedizione simile in solitaria come hai fatto tu. Le capacita' arrampicatorie sono quelle che sono, e certo tu sarai migliorato tantissimo in questi mesi come vallutazione delle difficolta' e del pericolo. In gamba e continua a scrivere il tuo diario e fare le tue esperienze. Quando verrai a Milano a fare le serate al CAI saro' in prima fila ad ascoltarti.
 
Serate al CAI... sfotti poco barese!
Piuttosto, sono stato per due giorni bloccato con un torcicollo tremendo ma ora va meglio. Domani ci si rimette al lavoro.

PS Ho usato il tuo chiodo da ghiaccio.
 
...comunque non sfottevo riguardo alle serate ! guarda che qua davvero ne organizzano da per ogni dove e ci sono tantissime persone che verrebbero ad ascoltare uno che racconta di un viaggio alpinistico in solitaria durato mesi e mesi.

Sono contento che il chiodo da ghiaccio ti sia servito !

Rimettiti in forma e tienici aggiornati.
 
Tre giorni fa ho scalato il facile Vulcano Villarrica. Adesso sono a San Juan preparando una spedizione di 14 giorni che se va in porto dovrebbe essere una prima mondiale. Non voglio dire di piu' perche' l'ultima volta che volevo aprire una nuova via, come sai, tutto e' andato in modo disastroso.
Ma questa volta sono con una persona molto competente.
Vi faro' sapere...
 
Hey.
Finally managed to find you again. Couldn't access blogger for a while for some reason.
Hope you are well? No time to completely decipher your recent posts in Italian right now. But it sounds like you were thinking of giving up? Is that right? Some kind of injury?
Just letting you know I'm thinking of you! Whatever you do, it's a great man who does it.
xx Deb
 
Fortunately I did not get injured. In January I lost half of my equipment in a ice avalanche but since then I find the energy to climb again. You will read of the last three months in a post in engligh in less than a week.
 
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